lunedì 5 dicembre 2011

18 anni VS 18 giorni

Ieri sera il presidente del consiglio Mario Monti ha illustrato con una conferenza stampa le riforme e i tagli da effettuare dopo l'approvazione delle camere.

Le scelte sono da lacrime e sangue e personalmente non penso siano finite qui.

Sicuramente tutto è migliorabile, ma da qualche parte bisognava pure iniziare.

Ora la domanda mi sorge spontanea, se questo governo in 18 giorni è riuscito a scrivere una manovra impopolare ma, probabilmente tra le più efficaci per i nostri conti pubblici, a cosa servono i politici?

sabato 3 dicembre 2011

Aumento dell'IVA

Cosa cambia e cosa è cambiato per lo Stato e per i consumatori con l'aumento dell'IVA di uno o più punti percentuali...

L'avidità, la concorrenza sleale e l'avarizia

Queste tre parole vengono accostate a qualcosa di negativo, ma non è per tutte quante così.
L'avidità è il carburante del progredire, la leva che permette di raggiungere obiettivi impensabili. Non si deve accostare il significato di avidità solo al denaro, una persona può essere avida di fama, di potere, di rispetto, d'amore, ecc.
Tutti noi siamo avidi, dallo sportivo che per primeggiare si allena il doppio dei colleghi, all'imprenditore che continua a investire in ricerca per diventare o mantenere la leadership nel settore, in modo da aumentare fatturato, prestigio e utili.
L'avidità sicuramente è alla base del capitalismo, dell'individuo come espressione di differenti qualità.
Novantanove volte su cento solo l'individuo ha la capacità di raggiungere obiettivi grandiosi. Pensiamo alle aziende, da Ferrari a Apple, da Walt Disney a Google, tutte sono nate da un'intuizione, dalla visione di un individuo che si è applicato giorno e notte per realizzare il proprio sogno. Questa avidità ha permesso di crescere, di creare posti di lavoro, di innovare e dare benefici alla società.
Quando per raggiungere degli obiettivi si intraprendono delle scorciatoie, uscendo dal solco delle regole, l'avidità si trasforma in concorrenza sleale.
Questo modus operandi lo troviamo in quasi tutti i settori, dall'imprenditore che offre tangenti in cambio di un lavoro particolarmente fruttifero, fino all'atleta che si dopa. Questo metodo danneggia fortemente le attività del proprio settore.
Esiste un gradino successivo alla concorrenza sleale, si chiama avarizia.
L'avarizia è arrecare un danno alla società ignorando il benessere altrui a favore esclusivo del proprio.
Negli ultimi anni, in Italia è quasi la normalità. Non pagare le tasse reca un danno al proprio settore (concorrenza sleale) e alla comunità (minor gettito per lo stato, ovvero noi tutti).
Il top dell'avarizia a mio avviso consiste nella delocalizzazione di aziende.
Provate a pensare all'imprenditore che vent'anni fa ha aperto un piccolo laboratorio artigianale, ci ha messo del suo, molto entusiasmo, un buon prodotto e grandi doti commerciali. Dal piccolo paesino è partita la sua sfida ai grandi colossi, forte della passione e di quel brand “made in Italy” che lo fa apprezzare anche nei mercati esteri.
In poco tempo riesce ad arrivare tra i big del settore, e dopo anni di considerevoli profitti diventa avaro.
Deve rendere conto agli azionisti, aumentare gli utili anche se il mercato risente di un calo.
La soluzione è li, facile, non necessita di grandi strategie.
Esistono paesi dove la manodopera costa pochissimo, i lavoratori possono essere schiavizzati, le tasse sono inferiori, non esistono norme stringenti sulla sicurezza e permettono un utile in aumento mantenendo inalterato il prezzo di vendita nei paesi sviluppati da dove provieni.
Forse in quest'ultima frase è racchiuso tutto il senso dell'articolo.
Sei nato nella parte del mondo ricca, hai avuto un istruzione, hai usufruito di vaccinazioni e medicinali, hai utilizzato tecnologie all'avanguardia e sei riuscito a fare impresa.
Ora che sei in una fase di stallo scappi lasciando il tuo paese al suo destino.
In verità penso di aver capito, hai smesso di lottare, la tua passione è venuta meno, quelle doti imprenditoriali che ti invidiavano tutti sono svanite e il rispetto guadagnato giorno dopo giorno si è sgretolato.
Oggi sarai più ricco ma non passerai alla storia, sarai semplicemente uno dei tanti mercenari che sono passati su questo pianeta.

Futuro negativo, l'incubo che non vorremmo mai vedere

Roma, 02 dicembre 2012 – La classe media è in via d'estinzione, la forbice tra ricchi e poveri è sempre più ampia e i mutamenti sociali di quest'ultimo anno hanno toccato tutti, nessuno escluso.
Si è provato ad arginare il problema del debito sovrano con misure restrittive, tagli tutti insieme che hanno causato disastri immediati come un'elefante all'interno di una cristalleria.
Nel nome del pareggio di bilancio si è tassato tutto (anche troppo) quello che era possibile tassare, si è tagliato tutto quello che si poteva tagliare, questo è servito solo ad arginare la malattia.
Il nostro problema è la crescita, la redistribuzione del reddito, unico vero medicinale per poter riportare il benessere ormai perduto nel nostro paese.
Le nuove generazioni non vedono un futuro roseo, i tagli alle pensioni, i minor diritti sul posto di lavoro rendono ogni giorno che passa un tripudio d'ansia con mille domande su quello che sarà il domani.
Non si riesce a programmare nulla, la frustrazione regna sovrana, vi è anche odio nei confronti di quei pensionati che si sono presi anni di crescita, pensioni più che dignitose e hanno sfruttato appieno i vantaggi offerti da una classe politica e economica compiacente al baratto con i voti.
Tutte queste riforme negative sul piano economico familiare hanno compresso la molla sociale al massimo, molla che appena è stata rilasciata si è aperta con la massima violenza, proprio come i tumulti in piazza di questi giorni.
I nostri risparmi sono stati bruciati da quello che pensavamo sicuro, titoli di stato e immobili.
Il governo rimborsa i titoli ad un prezzo di 80, le case dai massimi del 2007 sono sotto ai prezzi d'acquisto in media del 50%. Anche in Italia è arrivato il fenomeno del negative equity.
Qualcuno che riesce a gestire le crisi in modo egregio esiste, si trova dall'altra parte dell'oceano e sanno benissimo che ogni crisi nasconde sempre delle fantastiche opportunità.
In modo silenzioso hanno riportato le aziende in patria, creando lavoro e reddito ai cittadini, ripianato in parte i debiti e, sopratutto, hanno messo in difficoltà una Cina che si ritrova con milioni di disoccupati incazzati che reclamano il sogno “benessere per tutti”.
Questi americani si ritrovano un Dollaro fortissimo pronti a fare acquisti e rifinanziare una crescita europea bisognosa e riconoscente.
Good Luck!