giovedì 25 agosto 2011

Pensioni

Il nostro paese ha avuto un prolungato periodo di boom economico all'inizio degli anni '50
Quell'Italia era il paese della minima disoccupazione, dell'acquisto della casa con meno di dieci anni di stipendi, con la visione di un futuro certo, di crescita, di benessere diffuso, di opportunità.
La popolazione di allora è la stessa che in questo momento si trova in pensione con il metodo retributivo, basato per i più fortunati sull'ultimo anno di stipendio.
Le nonne di oggi guardano i nipoti, sussurrando parole del tipo “io alla tua età già lavoravo”.
Oggi quei nipoti dovrebbero rispondere “io alla tua età non avrò una pensione, o se l'avrò sarà il tra il 30 e il 50% del mio ultimo stipendio”.
Si, la realtà dei fatti è questa, il nostro sistema pensionistico basato sulla ripartizione viene pagato dai lavoratori di oggi, che con le ritenute, devono mettere da parte il montante per un loro domani e in più, devono pagare le pensioni a chi già percepisce un assegno vitalizio, con un rapporto di tre lavoratori per un pensionato.
Non si possono continuare a fare le riforme “chi ha avuto, avuto, avuto e chi ha dato, ha dato, ha dato... scordammoce 'o ppassato!”
Per estremizzare il concetto di quello appena descritto, faccio un esempio:
Avete presente quelle persone grasse, che sin da piccoli sono sovralimentate e man mano che crescono continuano a ingurgitare cibo a volontà?
Un giorno, dopo anni di ingordigia, si svegliano e decidono di voler dimagrire seguendo quelle diete da una carota, una patata e una mela per tutto il giorno.
Questo tipo di alimentazione ad una persona sovrappeso e abituata a mangiare molto, rende il suo stato d'animo, come dire, un attimo nervoso e, gli effetti sul suo corpo non sono proprio salutari.
L'Italia rischia questo, passare da un lungo periodo di sovralimentazione con sussidi e pensioni regalate, tangenti, corruzione, sprechi, evasione, condoni e altre brutture economiche e sociali ad un periodo di restrizioni ferree presentando il conto alle generazioni attuali e future.
Bisogna trovare un modo per far pagare di più e oggi a “chi ha avuto”.
I sacrifici vanno fatti da tutti, in particolare da chi per sua fortuna si è trovato negli anni di vacche grasse ricevendo lauti “regali” da parte dello Stato.

Scuola

Cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia.
Proprietà commutativa delle addizioni.
Altra situazione è: cambiando il professore il risultato cambia, e come se cambia!
Quante volte non capendo un argomento è bastato sostituire il mentore, per rendere semplice quello che prima sembrava estremamente complicato.
La materia è sempre quella, la differenza è tutta nell’insegnante, da come parla, dal metodo di insegnamento e sopratutto dalla passione che infonde nei suo lavoro.
L’insegnamento è un lavoro di responsabilità, oltre a fornire una cultura di base deve plasmare gli allievi all’apertura mentale, non può intraprenderlo chiunque. 
Chi decide di sedersi su una cattedra, non può essere li per punteggi dai dubbi criteri meritocratici che gli danno un diritto a scapito di insegnanti migliori. 
Non si può insegnare come quarant'anni fa, con aprite il libro a pagina "X" son cambiati i tempi e sopratutto le tecnologie. 
Oggi abbiamo a disposizioni le tavolette ipad, in meno di un chilogrammo (613 g per essere precisi) possiamo avere accesso a milioni di libri, immagini, video, musica e tutto il necessario per poter creare documenti individuali o di gruppo.
Grazie a questi strumenti, anche i professori più bravi possono mettersi in luce e creare vere e proprie lezioni da inserire nel web, dando modo ai colleghi e agli studenti di poter usufruire di una spiegazione migliore.
Una specie di itunes dell’educazione, dove il ministero dell’istruzione deve premiare con aumenti di stipendi e avanzamenti di carriera coloro che si distinguono per impegno e per risultati valutati da colleghi e allievi di tutt’Italia 

mercoledì 24 agosto 2011

La televisione intelligente

A volte mi chiedo perché uno strumento importante come la televisione non venga utilizzato in modo più intelligente.
Ci propinano a tutte le ore culi e tette, partite di calcio e opinionisti da bar che discutono sette giorni su sette di campionato, champions e uefa league, un’informazione con un taglio discutibile, reality che... meglio non sprecare parole!!!
Visto che la RAI ci chiede il canone per un servizio pubblico, perché non si distinguono dall’offerta televisiva e dedicano una rete a qualcosa di istruttivo?
- Trasmettere solo films in inglese sottotitolati in italiano, in questo modo si impara senza volerlo, una lingua importante. 
- Educazione stradale, in Italia le strade fanno più morti delle guerre. 
- Insegnare la raccolta differenziata, cosa buttare e dove.
- Insegnare la costituzione.
- Insegnare l’utilizzo di telefonini e computer.
In questo modo chi vuole progredire può farlo e quel canone “regalato” al servizio pubblico inizierà ad avere un senso.

sabato 13 agosto 2011

Vendite allo scoperto bloccate

Cosa direste se durante la finale di Champions League, una delle due formazioni partecipanti  segna il gol del vantaggio al 60' e la delegazione IFAB presente allo stadio, decide in quel preciso momento con decorrenza immediata,  che le formazioni attualmente in campo possono disporre di due portieri titolari?
Direi che vedreste un'ingiustizia bella e buona.
A mio avviso il provvedimento di questi giorni della CONSOB e delle altre società di sorveglianza delle borse estere, atte ad eliminare lo short selling nei momenti di panico (come già successo precedentemente) è la stessa cosa.
Short selling vuol dire vendere delle azioni senza averle in portafoglio (utilizzando il proprio capitale per la copertura finanziaria dell'operazione)  e ricomprarle in seguito ad un prezzo più basso in modo da chiudere la contrattazione in guadagno (sempre se l'investitore imbrocca la direzione ribassista del mercato).
Sia chiaro, non sono contro allo short selling, ognuno può e deve avere la possibilità di guadagnare in ogni situazione di mercato. La mia posizione è garantista del libero mercato ma ostile alla leva finanziaria (vera benzina degli speculatori).
Si deve valutare seriamente a livello mondiale se mantenere le due opzioni finanziarie così come sono, pagandone le conseguenze sia in negativo che in positivo, oppure modificarle o eliminarle totalmente.
Deve essere una decisione coerente con la linea che si vuole seguire, non si può sperare di vendere alcol e pensare che nessuno ne abusi!

Manovra salva Paese

Il nostro debito pubblico è pari a oltre 1.900 miliardi di euro. Scritto così non dà il senso esatto dell'importo. Proverei a digitarlo in maniera differente: 1.900.000.000.000,00 euro pari oltre 3 milioni e mezzo di miliardi del vecchio conio.
Se dividiamo il nostro debito per la popolazione (circa 60 milioni di persone), abbiamo oltre 31.000,00 euro di debito a testa.
Non ci voleva un premio nobel per capire che prima o poi il bubbone sarebbe scoppiato.
La questione che oggi attanaglia la politica e i mercati è il rapporto debito pubblico/PIL.
Provo a fare un esempio banale, estremizzando il concetto, per meglio spiegare la situazione.
La famiglia Rossi ha contratto un mutuo variabile (Debito). Nell'ultimo periodo la moglie è passata da un tempo pieno ad un part-time e le entrate sono diminuite drasticamente (calo del PIL), inoltre i tassi di riferimento del mutuo si sono alzati (aumento dei rendimenti dei titoli di stato per renderli appetibili al mercato) e la rata del mutuo è sempre più pesante (conseguenza dell'innalzamento dei rendimenti dei titoli di stato, vedasi spread btp/bund)

In un bilancio familiare, il buon padre di famiglia, ha tre soluzioni:
  • Cerca di guadagnare di più in modo da rendere sostenibile il consumo (crescita del PIL),
  •  Cerca di tagliare le spese superflue (taglio dei costi inutili del paese)
  • Cerca di rendere più efficiente i propri consumi, ricercando nel mercato gli stessi servizi o prodotti a prezzo più basso (efficienza dello Stato).

Se poi si effettuano tutti e tre questi accorgimenti diventa tutto più facile.
In questi giorni la politica ha provato a sistemare le cose con alcuni tagli, ad esempio le provincie più piccole e accorpare i comuni sotto i mille abitanti (sposo in pieno il provvedimento). Si è cercato di combattere anche il sommerso con la tracciabilità di tutte le transazioni superiore a 2.500,00 euro, a mio avviso questa manovra non è sufficiente, personalmente eliminerei il contante, con l'obbligo di tutte le attività e professionisti di accettare solo bonifici, carte di credito, debito e assegno o micropagamenti (ci siamo quasi grazie ai telefonini).

Hanno aumentato ed unificato la tassazione delle rendite finanziare al 20% tranne per i titoli di stato. Anche qui farei una piccola variazione a favore della stabilità dei mercati e dei risparmiatori*. Non si può mettere sullo stesso piano un trader con un'orizzonte temporale medio che non supera la giornata e un normale risparmiatore che lascia i soldi investiti anche per dieci anni. La tassazione deve tener conto di questa differenza sostanziale.

Il prospetto riportato qui sotto potrebbe essere un'idea sulla tassazione da approfondire:

  • compravendita < giornata 43%
  • giornata < compravendita < settimana 40%
  • settimana < compravendita < mese 34%
  • mese < compravendita < sei mesi 29%
  • sei mesi < compravendita < 1 anno 26%
  • 1 anno < compravendita < 2 anni 23%
  • 2 anni < compravendita < 3 anni 20%
  • 3 anni < compravendita < 5 anni 16%
  • compravendita oltre i 5 anni 12,5%

Non approvo altri provvedimenti presi, a mio avviso mancano dei tagli immediati, ma questo lo scrivo in altri post specifici.

*
Art. 47 costituzione

La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l'esercizio del credito.
Favorisce l'accesso del risparmio popolare alla proprietà dell'abitazione, alla proprietà diretta coltivatrice e al diretto e indiretto investimento azionario nei grandi complessi produttivi del Paese.

giovedì 11 agosto 2011

La questione Politica



Il sistema è malato e i post che seguiranno, sono frutto della mia idea sulle circostanze nazionali e perché siamo arrivati a questo punto.
Oggi siamo in una situazione critica, nel pieno di una recessione strutturale, amplificata per quanto riguarda il nostro paese dall’incapacità di questa classe politica, che avvalora i propri interessi rispetto a quelli della nostra patria.
Parole molto dure, vocaboli che spenderebbe qualsiasi analista nei confronti del management di una azienda vicina al fallimento.
Per risanare l'azienda la prima cosa da fare è mandare a casa il consiglio di amministrazione, coloro che hanno in mano il potere decisionale su scelte tattiche e strategiche.
Fatta questa premessa, parliamo del consiglio d'amministrazione di una nazione, “i politici”.
Il servizio di politico è una responsabilità grandissima, chi viene eletto ha il potere decisionale sul futuro di un'intera nazione. Forse molti personaggi che siedono a Roma non si rendono conto di questo dovere verso il popolo.
Negli ultimi mesi si è accesa la polemica sui costi della politica e sui privilegi della casta. Questi discorsi sono giusti da un lato ma privi di fondamento dall’altro.
A mio avviso è giusto che un politico percepisca uno stipendio ben al disopra della media nazionale. Questa supposizione può essere argomentata con due voci:
  • Hanno una grande responsabilità, visto che decidono i destini di una nazione
  • Bisogna pagarli molto, in modo che difficilmente saranno corruttibili.
Direi che queste due ipotesi sono state ampiamente disattese, alla luce della situazione attuale e di quello che vediamo e sentiamo tutti i giorni dai media,
Per definire il compenso di un politico ci vuole un metodo di calcolo molto semplice, trasparente e equo, poche regole ma certe.


Mi spiego con un esempio:

ipotizziamo per facilità di calcolo che la media dello stipendio nazionale è di 1.000,00 euro,
Un lavoratore medio, dovrà (ormai..) lavorare 40 anni e percepisce 13 mensilità.

1.000,00x13x40= 520.000,00 euro (media stipendio nazionale x 12 mesi x 40 anni)

520.000,00/12/5=8.666,66 (montante finale / 12 mesi / 5 anni di legislatura)

In una legislatura il politico per il suo servizio allo stato guadagna come un cittadino medio in quarantanni di lavoro.

Non possono esserci solo privilegi...

  • Un politico non può fare più di due legislature.
  • Se si sceglie di prestare servizio alla politica non si può avere un altro lavoro
  • Per esercitare la funzione di parlamentare non bisogna essere condannati.
  • gli anni di contribuzione sono validi a fini pensionistici una volta raggiunti i requisiti di anzianità o di vecchiaia e con il sistema contribuivo.
  • Nel caso in cui un politico venga condannato per aver percepito tangenti, dovrà restituire l'intero importo percepito moltiplicato per cinquanta volte.
  • Nel caso un politico venga condannato per aver percepito tangenti, dovrà essere espulso dalla vita politica e carcere certo calcolato in mezz'ora ogni euro rubato.
  • Se alla fine della legislatura il paese non è migliorato in termini economici o di servizi resi al cittadino, dovrà restituire allo stato il 50% del percepito.
  • Nel caso in cui il paese è migliorato nell'ordine economico e di servizi lo stato dovrà riconoscere un bonus del 50% dello stipendio.
Queste semplici regole le trovo trasparenti rispetto alla popolazione, congrue, e garantiste dell’operato. inoltre prima di provare a fare il politico per fini personali, uno ci pensa due volte!