sabato 13 agosto 2011

Manovra salva Paese

Il nostro debito pubblico è pari a oltre 1.900 miliardi di euro. Scritto così non dà il senso esatto dell'importo. Proverei a digitarlo in maniera differente: 1.900.000.000.000,00 euro pari oltre 3 milioni e mezzo di miliardi del vecchio conio.
Se dividiamo il nostro debito per la popolazione (circa 60 milioni di persone), abbiamo oltre 31.000,00 euro di debito a testa.
Non ci voleva un premio nobel per capire che prima o poi il bubbone sarebbe scoppiato.
La questione che oggi attanaglia la politica e i mercati è il rapporto debito pubblico/PIL.
Provo a fare un esempio banale, estremizzando il concetto, per meglio spiegare la situazione.
La famiglia Rossi ha contratto un mutuo variabile (Debito). Nell'ultimo periodo la moglie è passata da un tempo pieno ad un part-time e le entrate sono diminuite drasticamente (calo del PIL), inoltre i tassi di riferimento del mutuo si sono alzati (aumento dei rendimenti dei titoli di stato per renderli appetibili al mercato) e la rata del mutuo è sempre più pesante (conseguenza dell'innalzamento dei rendimenti dei titoli di stato, vedasi spread btp/bund)

In un bilancio familiare, il buon padre di famiglia, ha tre soluzioni:
  • Cerca di guadagnare di più in modo da rendere sostenibile il consumo (crescita del PIL),
  •  Cerca di tagliare le spese superflue (taglio dei costi inutili del paese)
  • Cerca di rendere più efficiente i propri consumi, ricercando nel mercato gli stessi servizi o prodotti a prezzo più basso (efficienza dello Stato).

Se poi si effettuano tutti e tre questi accorgimenti diventa tutto più facile.
In questi giorni la politica ha provato a sistemare le cose con alcuni tagli, ad esempio le provincie più piccole e accorpare i comuni sotto i mille abitanti (sposo in pieno il provvedimento). Si è cercato di combattere anche il sommerso con la tracciabilità di tutte le transazioni superiore a 2.500,00 euro, a mio avviso questa manovra non è sufficiente, personalmente eliminerei il contante, con l'obbligo di tutte le attività e professionisti di accettare solo bonifici, carte di credito, debito e assegno o micropagamenti (ci siamo quasi grazie ai telefonini).

Hanno aumentato ed unificato la tassazione delle rendite finanziare al 20% tranne per i titoli di stato. Anche qui farei una piccola variazione a favore della stabilità dei mercati e dei risparmiatori*. Non si può mettere sullo stesso piano un trader con un'orizzonte temporale medio che non supera la giornata e un normale risparmiatore che lascia i soldi investiti anche per dieci anni. La tassazione deve tener conto di questa differenza sostanziale.

Il prospetto riportato qui sotto potrebbe essere un'idea sulla tassazione da approfondire:

  • compravendita < giornata 43%
  • giornata < compravendita < settimana 40%
  • settimana < compravendita < mese 34%
  • mese < compravendita < sei mesi 29%
  • sei mesi < compravendita < 1 anno 26%
  • 1 anno < compravendita < 2 anni 23%
  • 2 anni < compravendita < 3 anni 20%
  • 3 anni < compravendita < 5 anni 16%
  • compravendita oltre i 5 anni 12,5%

Non approvo altri provvedimenti presi, a mio avviso mancano dei tagli immediati, ma questo lo scrivo in altri post specifici.

*
Art. 47 costituzione

La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l'esercizio del credito.
Favorisce l'accesso del risparmio popolare alla proprietà dell'abitazione, alla proprietà diretta coltivatrice e al diretto e indiretto investimento azionario nei grandi complessi produttivi del Paese.

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